Opus in Artem In Itinere II << Nel Segno della Modernità >>

Opus in Artem - In Itinere II
Il segno della modernità

Participating artists: Carlo Caldara, Fabio Iemmi, Mikos Meininger, Karl Menzen, Enzo Rovella, Raymundo Sesma

The exhibition is the second edition of the Opus in Artem in Itinere exhibition project conceived by Bianca Maria Rizzi and Matthias Ritter. While the first edition took up the artworks produced by the artists participating in the first edition of the Festival Arte Kunst Val Taro last summer, this exhibition is dedicated to abstract and informal art.

The objective that both exhibitions have in common is to offer the citizens and visitors of the Val Taro works by internationally renowned artists.

Opening: Saturday, 11/12 2021 at 11 a.m.
Via Garibaldi, 20 - 43041 Bedonia (PR), Italy
Opening times: Tue, Wed, Fri, Sat, Sun 10 a.m. - 12 p.m. / 4 p.m. - 6 p.m.
The exhibition continues until 14 January 2022.

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ITALIAN VERSION

Opus in Artem - In Itinere II
Il segno della modernità

Artisti partecipanti: Carlo Caldara (IT), Fabio Iemmi (IT), Mikos Meininger (GER), Karl Menzen (GER), Enzo Rovella (IT), Raymundo Sesma (MX)

Vernissage: sabato, 11 dicembre 2021 alle ore 11
Luogo: Via Garibaldi, 20 – 43041 Bedonia (PR)
Orari: mar, mer, ven, sab, dom 10–12 / 16-18
Durata: La mostra prosegue fino al 14 gennaio 2022

La mostra

L’esposizione è la seconda edizione del progetto espositivo “Opus in Artem in Itinere” ideato dalla coppia italo-tedesca Bianca Maria Rizzi e Matthias Ritter, galleristi, per lungo tempo a Milano.
Mentre la prima edizione raccoglieva le opere d’arte prodotte dagli artisti partecipanti alla prima edizione del Festival Arte Kunst Val Taro 2021 della scorsa estate, questa mostra è dedicata all’arte informale.

L’obbiettivo

L’obbiettivo che entrambe le mostre hanno in comune è di offrire ai cittadini e ai visitatori della Val Taro opere di artisti internazionalmente affermati. Alla mostra sono stati invitati tre artisti italiani (Carlo Caldara di Vigevano, Fabio Iemmi di Reggio Emilia e Enzo Rovella di Catania), due artisti tedeschi (Mikos Meininger di Potsdam e Karl Menzen di Berlino) e Raymundo Sesma di Città del Messico.

Gli artisti

Carlo Caldara nasce a Milano nel 1965, vive e lavora a Vigevano. Si laurea in medicina e contemporaneamente frequenta la Scuola di Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Dopo una prima fase artistica figurativa, oggi la sua arte ha più un approccio esistenziale riguardante l’identità dell’uomo nel mondo che esprime con opere informali ed installazioni con materiali vari, come carbone, pietre, lettere e luci a LED.
Le opera “The 80s, The needle and the setting suns”, di Caldara è realizzata in legno, alluminio, bende, colori acrilici e neon a led ed è ispirata dalla canzone “The needle and the damage done” di Neil Young. Nella canzone dell’album “Harvest” del 1972, Young canta le parole: “Every junkie’s like a settin’ sun” (ogni tossico è come un sole al tramonto). Gli anni 80, per Caldara erano il periodo della sua gioventù, bella ed allegra, anni favolosi, dell’ottimismo e della crescita economica. L'altro lato di questo periodo apparentemente spensierato, tuttavia, era che l'eroina divenne parte della società. In quel periodo molti giovani, tra i quali anche alcuni amici sia di Caldara che di Neil Young, si perdevano tra le braccia dell’eroina.

 

La ricerca artistica di Fabio Iemmi affonda le proprie radici nella funzione estetica della materia. Multidisciplinare e interdisciplinare, Iemmi è attivo nella direzione tecnica e artistica, nell’ambito del restauro architettonico, nella progettazione di apparati di finitura e di opere ambientate nell’architettura contemporanea. Per Iemmi la relazione tra le sue opere e l’ambiente in cui si trovano è fondamentale. Il fruitore entra nell’universo pittorico dell’artista. Le sue ricerche si dipanano attraverso attività espositive, scenografiche, progettazioni anche in ambito internazionale. Di particolare rilievo la consulenza realizzata presso il Museo della Storia dello Shaanxi e il Mausoleo Han Yang Ling di Xi’an in Cina.

 

Mikos Meininger, artista multidisciplinare, è nato nel 1963 a Jena, nella Germania dell’Est. Ha vissuto come giovane artista le repressioni del regime della DDR contro la cultura e la creatività, contro la mente libera e certi pensieri e filosofie non desiderate. In questo tempo Meininger faceva parte della “Künstlergruppe Herzattacke” che produceva, nella resistenza intellettuale segreta, libri d’arte con testi proibiti, spesso di filosofi francesi, che entravano nella Germania dell’Est attraverso taxisti contrabbandieri al confine tra Berlino est ed ovest. Le tirature di questi libri erano limitate a 99 pezzi perché la censura statale aveva effetto solo a partire da una tiratura superiore a 100. Ogni pagina di ciascun libro di questa tiratura era una serigrafia.
Questi libri oggi sono molto famosi e considerati come oggetti di storia contemporanea. Sono presenti in numerose collezioni museali, tra l’altro anche in quella del MoMA a New York. Tante delle opere di Meininger esposte in questa mostra sono serigrafie e rappresentano così i tempi che l’artista ha vissuto nei suoi anni più giovani.

 

Una visione asciutta, ieratica ma intensamente espressiva della forma e della sua progenie, quella dello scultore tedesco Karl Menzen. Diagonali luminose da cui affiorano altre poche linee fortemente evocative. È fermo e definito nella sua scultura di una bellezza assoluta e, per alcuni versi, glaciale. Scultura teutonica di somma astrazione e grande naturalezza delle forme.

 

Enzo Rovella - La sintesi delle forme, quasi cellulari, è l’esito di una associazione dialettica. Fa dell’arte l’effetto di una causa dandole una struttura che è quasi logica, e ritmica ed infine anche creativa. È un turbine irripetibile di cellule quello che si materializza ai nostri occhi: un attento studio raffinato, metodico e senza fine di natura “illusionistica” che ha un effetto quasi ipnotico… Intreccia il colloquio di sguardi tra lo spettatore e l’immagine iconografica in una efficace tessitura luminosa e cromatica.

 

Raymundo Sesma, artista informale del Messico. Sesma lavora con delle forme geometriche che nascono, attraverso un software, da testi ed aforismi sull’architettura. Sesma è famoso in tutto il mondo per la sua arte urbana e per i suoi “Campos expandidos” nei quali applica le sue creazioni direttamente alle architetture, a volte anche di grandi dimensioni, spesso con lo scopo di riqualificare zone urbane dismesse.

Le opere della serie Noción Transversal, esposte a Bedonia, si riferiscono a disegni costruiti in termini di struttura e linguaggio.
“Il disegno non pensa e, non appena si manifesta, si appropria della superficie che tocca, che a sua volta annuncia l'evoluzione di una reazione spaziale come causa ed effetto”, dice Sesma. Perché vive solo del presente assoluto. Senza restrizioni, perché e spontaneo e anarchico per-natura, si esprime su una superficie bidimensionale percepita e controllata per esplorare lo spazio esterno senza restrizioni.

Dalla forma all'oggetto, dal concetto alla prassi; dall'oggetto al corpo sociale come evento: il disegno come medium rappresenta il dispositivo base ed essenziale del mio progetto critico e decostruttivo.

Non posso scrivere senza immagini, affermava Paul Virilio, e questa esigenza non si riferisce alle immagini come forme descrittive, ma come concetti, cioè come immagini mentali.


Worldrecords by Kai Schäfer at Masterpiece Art London

Masterpiece Art, London holds the UK debut of esteemed German photo artist Kai Schäfer

The gallery moves into 2022 with an exhibition of the wonderfully nostalgic 'WORLDRECORDS' series

London, December 2021: Masterpiece Art London, in collaboration with Opus in Artem from Bedonia (PR), Italy, present the UK debut of esteemed German artist Kai Schäfer and his wonderfully nostalgic series 'WORLDRECORDS'.

Iconic vinyl harmonises with the beauty of its turntable counterpart, creating visual poetry which evokes the memories & dreams attached to our favourite albums, songs, musicians, and everything personal that they symbolise – all captured through Schäfer’s lens.

In reality, the vinyl & the turntable in unison, create that music which feeds our audible soul.  However, via the works of Schäfer, our soul's multitude of senses are activated instantaneously.  The synergy of associated subconscious memories and feelings makes the rhythm palpable.

On exhibition will be a varied selection true to the notion of WORLDRECORDS, however with an accent on the City of London and its rich, unique musical history. Displayed at Masterpiece Art's Holland Park gallery, an area home to many famous singers, musicians & music producers, the exhibition offers the learned UK audience a first opportunity to connect with this wholly inspirational collection, on home soil.

In anticipation of what would have David Bowie's 75th birthday in January 2022, Schäfer is honouring the 'wild-eyed boy from London' in his hometown, with the release of the iconic album 'Station to Station', written in 1975, as the newest addition to the WORLDRECORDS series.

About Kai Schäfer

A photo artist born in 1969 in Solingen, Germany. Kai created the WORLDRECORDS in 2010 as an ongoing series of highly detailed photography of original vinyl, harmonised on iconic turntables. Offering mutual appreciation for the records as for the turntables - themselves magnificent constructions adopting an architectural role - the inevitable nostalgia is felt by each dedicated music fanatic. WORLDRECORDS strikes a personal chord with every member in its audience. He lives with his partner, an interior architect, and their son in Düsseldorf, Germany.

Masterpiece Art Ltd
London Gallery
Holland Park, W11 4QG, United Kingdom
https://masterpieceart.co.uk/

About Masterpiece Art Ltd, London Gallery

Established in 2019, Masterpiece Art is based in Holland Park, London. Previous shows include Prime Cuts Vol. 1, an exhibition of portraits from British artist Keith Haynes, Modern Girl, the debut UK exhibition of Canada-based artist Dina Goldstein, Wight Spirit, 1968-70 a major exhibition celebrating the 50th anniversary of the 1970 Isle of Wight Festival, and most recently, Blink #2, the colourfully mesmerising exhibition of British painter Noj Barker.

About Masterpiece Fine Art Dubai Gallery

Masterpiece Fine Art is an exclusive gallery and fine art advisory firm headquartered in Holland Park, West London. Masterpiece Fine Art Dubai offers connoisseurs and art-lovers the chance to experience, first-hand, a wide range of fine art spanning several hundred years of art history. The Masterpiece Fine Art Dubai collection encompasses David Bowie’s ‘Arcane Series’, a full set of 24 designs by Pablo Picasso in silver, Old Master paintings, and 19th Century art, as well as Modern & Contemporary art.

Contact

E:  London@masterpieceart.co.uk
T: +44 (0) 20 3946 7881


Opus in Artem In Itinere I << Arte Kunst Val Taro 2021 >>

OPUS IN ARTEM IN ITINERE  I
Arte Kunst Val Taro 2021

Le opere realizzate dagli artisti internazionali che hanno partecipato alla prima edizione del festival di residenza per artisti "Arte Kunst Val Taro" potranno essere viste in mostra a Bedonia (Parma, Italia), nello spazio allestito in via Garibaldi 20, dal 24 ottobre al 28 novembre 2021.

La mostra “Opus in Artem In Itinere - Arte Kunst Val Taro” getta un ponte tra due iniziative culturali della Val Taro che perseguono l'obbiettivo ambizioso e sostenibile a lungo termine di contribuire alla ripresa economica della zona attraverso impulsi culturali.

Una ventina di opere, tra pittura, scultura, fotografia e installazioni, sono state realizzate nei negozi riaperti nei comuni di Bedonia, Compiano e Tornolo (con Tarsogno), dove dal 29 luglio all'8 agosto 2021 si è svolto il festival “Arte Kunst Val Taro”.

Gli artisti partecipanti al festival sono stati: Carola Allemandi, Luca Gastaldo, Monika Grycko, Mirsad Herenda, Patricia Lambertus, Tancredi Mangano, Mikos Meininger, Marco Minotti, Stefanie Oberneder, Giuliano Orlandi, Francesco Orrù, Davide Ragazzi e Beatrice Roncallo.

Le opere sono state create utilizzando una grande varietà di materiali, dalle lastre di arenaria ai fogli, dalla carta al vetro. Alcune delle opere hanno un rapporto diretto con la valle o per il tema o per il materiale utilizzato.

Durante il festival questi 13 artisti -provenienti, oltre che dall’Italia, da Bosnia-Erzegovina, Germania e Polonia- hanno lavorato in negozi vuoti da tempo nelle suddette località dell’Alta Valle del Taro.

Gli abitanti locali e i turisti hanno potuto accompagnare il lavoro degli artisti nei loro studi temporanei, fare domande sulle tecniche e i significati delle opere, e quindi stabilire e sperimentare un contatto diretto con l'arte riconosciuta a livello internazionale in un'atmosfera informale e piacevole.

La realizzazione del festival è stata resa possibile, tra l'altro, dal generoso sostegno degli operatori gastronomici e alberghieri locali. Gli artisti invitati hanno infatti goduto di vitto e alloggio gratuiti durante il festival. In cambio, gli artisti hanno “postato” con entusiasmo sui social media le loro esperienze, le foto del fantastico paesaggio della Valle del Taro e, naturalmente, il loro lavoro in loco.

La risposta è stata grande. Attraverso le reti diffuse degli artisti, commenti e domande curiose sulla posizione della Val Taro sono arrivati non solo da seguaci tedeschi e italiani, ma anche da molte altre parti del mondo, come New York, Tokyo e la Finlandia. Così, l'idea di usare l'arte e la cultura per attirare l'attenzione su questo meraviglioso posto sulla terra ha avuto un reale successo.

L'attuale mostra, collocata in un negozio della strada principale di Bedonia (anch’esso sfitto da alcuni anni), presenta opere degli artisti che hanno partecipato al festival, ed è quindi un epilogo del festival stesso.

Ma questa conclusione è, allo stesso tempo, anche l'inizio di un prossimo capitolo nell’impegno a portare arte e cultura in Valle del Taro creando allo stesso tempo un beneficio per l'economia.

Il concetto ispiratore della mostra risale all'iniziativa "Freiraum", già attuata con successo in Germania nei primi anni '90, nel periodo subito dopo la riunificazione tedesca. Allora, gli spazi vacanti nelle città della Germania orientale erano stati utilizzati per progetti culturali e artistici: questo aveva attirato investitori e acquirenti privati verso le varie proprietà e aveva promosso la loro ricostruzione.

"Opus in Artem - In Itinere" funziona in modo simile. Il proprietario dell'immobile lo mette a disposizione senza richiedere affitto per tre mesi; l’organizzazione, a proprie spese, mette in atto i miglioramenti per rendere possibile una mostra all’interno della proprietà stessa.

L'arte internazionale esposta nella mostra attira professionisti e collezionisti anche da città talvolta lontane, come Milano, Bergamo, Parma, Piacenza, La Spezia e Genova: persone qualificate, che probabilmente non sarebbero mai venute nella Valle del Taro senza questa offerta culturale. Questi, a loro volta, portano vendite nei negozi e ristoranti locali, e tornano nelle loro città con impressioni positive della Valle del Taro, che divulgheranno e racconteranno ad altri.

Trascorsi tre mesi, il progetto artistico “Opus in Artem - In Itinere” si sposta in un altro negozio vuoto, lo ristruttura e presenta un altro progetto artistico.

Dopo una mostra, gli immobili messi a disposizione dai proprietari sono sempre in condizioni migliori e più presentabili rispetto a prima dell'evento. Inoltre, il proprietario può utilizzare le immagini e il materiale promozionale della mostra per commercializzare la proprietà gratuitamente, il che aumenta notevolmente la possibilità di generare interesse verso la stessa.

La popolazione locale è molto grata e aperta verso queste iniziative. La mostra è ben visitata, provoca sorrisi, felicità, momenti di sorpresa e soprattutto speranza per tempi migliori. Dopo anni problematici e con ridotte possibilità, sembra che la gente della Valle del Taro stesse solo aspettando l'opportunità di vivere l'arte.

Lo sviluppo economico della valle richiederà ancora un po' di tempo, ma un inizio è stato fatto e, con il sostegno di principio della popolazione locale, anche le future iniziative culturali saranno coronate dal successo. Quindi, la nostra fiducia nell’ambizioso piano di sostenere la valle con la cultura è assolutamente appropriata.

Gli orari di apertura sono:
martedì, mercoledì, venerdì e sabato 10.00-12.00 / 16.00-18.00


Art Site Fest 2021 - Carola Allemandi at the Castello di Ussel (AO), Italy

25/09 – 30/10 2021

CAROLA ALLEMANDI
MONTAGNA VIVA

Ussel Castle, Chatillon (AO), Italy

Exhibition on occasion of the Art Site Fest 2021 curated by Domenico Maria Papa

In close contact with the nature that surrounds us, Carola Allemandi's photographs speak to us through the technique of black and white.

Surrounded by the mountains of Valle D'Aosta, in the green valley of Châtillon, stands Ussel Castle. Recently renovated, it inaugurates its cultural season with an exhibition of photographs by the artist Carola Allemandi, as part of the festival Art Site Fest 2021 - CLOSENESS.

 

25/09 – 30/10 2021

CAROLA ALLEMANDI
MONTAGNA VIVA

Castello di Ussel, Chatillon (AO), Italia

In stretto contatto con la natura che ci circonda, le fotografie di Carola Allemandi ci parlano attraverso la tecnica del bianco e nero.

Circondato dalle montagne della Valle D’Aosta, immerso nel verde della vallata di Châtillon, si erge il Castello di Ussel. Da poco ristrutturato, inaugura la sua stagione culturale con un’esposizione di fotografie dell’artista Carola Allemandi, nell’ambito di Art Site Fest 2021 CLOSENESS.


Arte Kunst Val Taro - A strategic cultural and creative regeneration plan for the Taro Valley

ARTE KUNST VAL TARO
A strategic cultural and creative regeneration plan for the Taro Valley

(Italian version below)

The Festival Arte Kunst Val Taro will be held from 29 July to 8 August 2021 in the Upper Valtellina towns of Bedonia, Compiano, Tornolo and Tarsogno.

The project has been organized by a German-Italian couple, who have been active for years in Milan in the field of art promotion and have recently moved to Bedonia: Bianca Maria Rizzi and Matthias Ritter. For the organic development and management of the initiative, they also had the help of the architect Enza Di Vinci from Genoa. Enza Di Vinci from Genoa.

The collaboration and experience of Bedonia's "La Pieve Association" (Centro Commerciale Naturale), passionately directed by Marco Mariani, was fundamental in giving this beautiful idea a concrete chance. Behind it, there was also the collaboration of the municipalities (headed by Bedonia) and the support of 13 local associations and many private sponsors. The main idea of the event is to revive for ten days the empty shops in the various villages by hosting the activities of 13 established artists, thus filling them with life, creativity and dialogue on art and culture.

The invited artists are Carola Allemandi (Turin), Luca Gastaldo (Varese), Monika Grycko (Faenza), Mirsad Herenda (Bremen, GER), Patricia Lambertus (Berlin, GER), Tancredi Mangano (Milan), Mikos Meininger (Potsdam, GER), Marco Minotti (Meda), Stefanie Oberneder (Carrara), Giuliano Orlandi (Carrara), Francesco Orrù (Biella), Davide Ragazzi (Genoa), Beatrice Roncallo (Genoa).

The artists will send a minimum of daily posts documenting the progress of their work in progress, and the environment of their residence in our valley, with a list of obligatory hashtags. Hotels, restaurants and other establishments involved in this initiative will thus be documented and promoted by the artists through their social channels, with small live videos, visible to the numerous followers in various countries.

Dulcis in fundo, to further enliven and enrich the festival, 9 out of 11 days of musical evenings are planned in the towns involved, with a very varied and qualified offer of opera, rock, folk and jazz music; and four of the concerts will be preceded by "conversations with the artist" or explanations of the project by the organizers.
At the end, with the works created during the residency, and with others by the artists themselves, an exhibition will be set up in the oratory of San Rocco in Tornolo (vernissage on Saturday 7 August).

This is an ambitious project, which requires a strong commitment on the part of the organizers and collaborators; but it is also a wide-ranging and well thought-out project, which can lead to a win-win situation.

Artists can experience an intense and creative period, expanding their professional network through meetings with other artists. The people of the valley, on the other hand, receive an input of culture linked to an immediate and potential economic growth of the area.

 

Italian version

ARTE KUNST VAL TARO
Un piano strategico di rigenerazione culturale e creativa per la Valle del Taro

Il Festival Arte Kunst Val Taro si terrà dal 29 luglio all'8 agosto 2021 nei centri altovaltaresi di Bedonia, Compiano, Tornolo e Tarsogno.

Il progetto è stato organizzato da una coppia italo-tedesca, da anni attiva a Milano nel campo della promozione artistica, e trasferitasi da poco a Bedonia: Bianca Maria Rizzi e Matthias Ritter. Gli stessi, per lo sviluppo organico e la conduzione dell'iniziativa, si sono anche valsi dell'aiuto dell'arch. Enza Di Vinci, di Genova.

Fondamentale, per dare concrete possibilità a questa bella idea, è poi stata la collaborazione e l'esperienza della “Associazione La Pieve” di Bedonia (Centro Commerciale Naturale), diretta con passione da Marco Mariani. Dietro di essa, è venuta anche la collaborazione dei Comuni (capofila, quello di Bedonia) ed il supporto di 13 Associazioni del territorio e dei molti sponsor privati. Idea cardine della manifestazione è quella di far rivivere per dieci giorni le botteghe vuote nei vari paesi ospitandovi l'attività di 13 artisti affermati, e riempiendole così di vita, creatività, dialoghi sull’arte e la cultura.

Gli artisti invitati sono Carola Allemandi (Torino), Luca Gastaldo (Varese), Monika Grycko (Faenza), Mirsad Herenda (Brema, GER), Patricia Lambertus (Berlino, GER), Tancredi Mangano (Milano), Mikos Meininger (Potsdam, GER), Marco Minotti (Meda), Stefanie Oberneder (Carrara), Giuliano Orlandi (Carrara), Francesco Orrù (Biella), Davide Ragazzi (Genova), Beatrice Roncallo (Genova).

Gli artisti invieranno un minimo di post quotidiani che documentino il progresso dei loro lavori in corso, e l’ambiente della loro residenza nella nostra valle, con un elenco di hashtag obbligatori. Alberghi, ristoranti ed altre realtà coinvolti in questa iniziativa verranno così documentati e promossi dagli artisti attraverso i loro canali social, con piccoli video in presa diretta, visibili dai numerosi followers in vari paesi.

Dulcis in fundo, ad allietare ed arricchire ulteriormente il festival, nell'ambito delle località interessate sono previste, per ben 9 giorni su 11, serate musicali con un'offerta assai varia e qualificata tra musica lirica, rock, folk e jazz; e quattro dei concerti saranno preceduti da altrettante "conversazioni con l'artista" o spiegazioni del progetto da parte degli organizzatori.
Al termine, con le opere realizzate durante la residenza, e con altre degli stessi artisti, verrà allestita una mostra nell'oratorio di San Rocco a Tornolo (vernissage il sabato 7 agosto).

Si tratta di un progetto ambizioso, che richiede un forte impegno da parte di organizzatori e collaboratori; ma è anche un progetto di ampio respiro e ben congegnato, che può portare ad una situazione favorevole per tutti.
Gli artisti possono vivere un periodo intenso e creativo, ampliando la loro rete professionale attraverso gli incontri con altri artisti. La gente della valle, invece, riceve un input di cultura collegato ad un'immediata e potenziale crescita economica della zona.

 

 


Dina Goldstein - In the Dollhouse at Estensioni Oltre.LoSpazio, Carrara, Italy

Dina Goldstein "In the Dollhouse"
Estensioni Oltre.LoSpazio, in Carrara (Italy)

(find Italian version below)

Saturday 12th June 2021, at 6.30 pm, at Estensioni Oltre.LoSpazio, in Carrara (Italy), inaugurates "In the Dollhouse", a solo exhibition of Dina Goldstein, artist born in 1969 in Tel Aviv (Israel), who lives and works in Vancouver (Canada). The exhibition is curated by Enza Di Vinci and organized by Opus in Artem and Davide Ragazzi Art Studio Gallery.

In the last decades of the twentieth century, American art is experiencing an eclectic moment; American Realism, Pop Art, Conceptual Art and Minimal Art, are sources of inspiration for numerous new art currents that evoke those of the recent past to break away from it. Numerous expressive codes and media are mixed, in an only apparently rash way, to activate a synthetic and pungent artistic communication. From 1990 to 2000, kitsch, gothic novel, comic strip, science fiction, folk and fairytale illustration, advertising, religious iconography, film, decorative arts, academic painting, video and photography are used by American artists to propose mutant versions of realism and pop art, expressing particular concepts, such as aversion to modernist utopias, authoritarianism and machismo; verification of one's identity; self-determination within the society; opposition to media beauty standards. The communicative power of images (photography, graphics, advertising, cinema and video) is exploited to the maximum to express canons of conceptual distancing from contemporary aesthetics. An artistic current that consolidated in this period and to which the artistic production of Dina Goldstein is often associated is Lowbrow Art or Pop Surrealism (emerged in 1980 in Southern California). Despite many similarities between the work of Dina Goldstein and the Lowbrow artists, such a classification cannot be exhaustive.

Dina Goldstein moved from Tel Aviv to Vancouver in 1976 at the age of seven. She grows up and completes a university course of study in a multi-ethnic, officially anglophone city. Canada and Northern Europe share common elements from a natural, cultural and sociological point of view.

"The frontier life, always at the mercy of a harsh climate for much of the year, creates a sort of defensive and collaborative sociality. Compared to the USA, in Canada, also thanks to legislation, the frenetic thrust of competition that characterizes and, in some ways, penalizes US society is absent” (A. Gazzola).

Dina Goldstein began to devote herself to artistic photography in 2007, after 14 years of professional activity as a photojournalist and editorial photographer. It is not surprising to find, in her work, an aptitude for acute observation of society, a critical look at political current events, a strong reference to contemporary sociology.

Dina Goldstein’s photography is characterized by a refined classicism, a pop soul and some glamour elements, balanced within an essential narrative, enriched with irony, cynicism and comedy. In her works we can glimpse an aesthetic reference to North European photography and cinema, to American television series, comics, literature and European painting. The technique she uses the most is the tableau vivant in photography. The process that leads to the creation of this type of work can take up to 2 years; it involves the preparation of a film set, photographic shots with a medium format Hasselblad (with wide-angle lens) and accurate postproduction.

The “In the Dollhouse” series, created in 2012, consists of ten shots, which narrate the life and crisis of Barbie and Ken. On the set, the two characters, played by Regan Blake and Nate Campbell, adequately made up and arranged in static poses, are portrayed in moments of everyday life inside their idyllic pink house. Ken is happily discovering his true identity; in parallel, Barbie experiences a moment of inner crisis that will lead to a sad ending: the radical cut of the thick lock of blond hair, depression, the loss of Barbie's head. The "real life doll" is used by Dina G. to stimulate critical thinking about unattainable beauty standards and identity traps innervated in popular culture.

The exhibition "In the Dollhouse" is set up in the rooms of Estensioni Oltre.LoSpazio, an exhibition space directed by Giovanna Ambrogi, Daniela Borri, Selene Frosini, Stefanie Oberneder, 4 contemporary artists who live and work in Carrara and intend to offer citizens and international tourists who experience the city the opportunity to get closer to international contemporary art.

The organization of the exhibition was carried out by Opus in Artem and Davide Ragazzi Art Studio Gallery. Opus in Artem is an information, consultancy, research and mediation platform in the international cultural sector and represents Dina Goldstein in Italy. Davide Ragazzi Art Studio Gallery is an art studio and gallery based in Genoa (Italy).

 

Dina Goldstein, In the Dollhouse, solo exhibition
Curating and text: Enza Di Vinci
Graphic Design: Davide Ragazzi
Exhibit Design: Enza Di Vinci
Organisation: Opus in Artem, Davide Ragazzi Art Studio Gallery, Estensioni Oltre.LoSpazio
Supporters: APS Oltre and Carrara Studi Aperti

 

Dina Goldstein "In the Dollhouse"
Estensioni Oltre.LoSpazio, in Carrara (Italy)

Sabato 12 giugno 2021, alle ore 18.30, presso Estensioni Oltre.LoSpazio, a Carrara (Italia), inaugura “In the Dollhouse”, mostra personale di Dina Goldstein, artista nata nel 1969 a Tel Aviv (Israele), che vive e lavora a Vancouver (Canada). La mostra è curata da Enza Di Vinci e organizzata da Opus in Artem e Davide Ragazzi Art Studio Gallery.

Negli ultimi decenni del Novecento, l’arte americana vive un momento eclettico; il Realismo americano, la Pop Art, l’Arte concettuale e la Minimal Art, sono fonti d’ispirazione per numerose nuove correnti artistiche che rievocano quelle del passato recente per distaccarsene. Numerosi codici espressivi e media sono rimescolati, in maniera solo apparentemente inconsulta, per attivare una comunicazione artistica sintetica e pungente. Dal 1990 al 2000, kitsch, romanzo gotico, fumetto, fantascienza, illustrazione popolare e fiabesca, pubblicità, iconografia religiosa, cinema, arti decorative, pittura accademica, video e fotografia sono utilizzati dagli artisti americani per proporre versioni mutanti di realismo e pop art, esprimendo particolari concetti, quali l’avversione verso le utopie moderniste, l’autoritarismo e il machismo; la verifica della propria identità; l’autodeterminazione all’interno della società; l’opposizione a canoni di bellezza mediatica. Il potere comunicativo delle immagini (fotografia, grafica, pubblicità, cinema e video) è sfruttato al massimo per esprimere canoni di allontanamento concettuale dalle estetiche contemporanee. Una corrente artistica che si consolida in questo periodo e alla quale è spesso associata la produzione artistica di Dina Goldstein è la Lowbrow Art o Pop Surrealism (emersa nel 1980 nel sud della California). Nonostante molte similitudini fra il lavoro di D. G. e gli artisti della Lowbrow, una simile classificazione non può essere esaustiva.

Dina Goldstein si trasferisce da Tel Aviv a Vancouver nel 1976, all’età di 7 anni. Cresce e completa un percorso di studi universitario in una città multietnica, ufficialmente anglofona. Il Canada e l’Europa del Nord condividono elementi comuni sotto il profilo naturale, culturale e sociologico. “La vita di “frontiera”, sempre alla mercé di un clima rigido per molta parte dell’anno, crea una sorta di socialità difensiva e collaborativa. Rispetto agli USA, in Canada, anche grazie alla legislazione, è assente quella spinta frenetica alla competizione che caratterizza e per certi versi penalizza la società statunitense” (A. Gazzola). Dina Goldstein inizia a dedicarsi alla fotografia artistica nel 2007, dopo 14 anni di attività professionale come fotoreporter e fotografa editoriale. Non stupisce riscontrare, nel suo lavoro, un’attitudine all’osservazione acuta della società, uno sguardo critico sull’attualità politica, un forte rimando alla sociologia contemporanea.

La fotografia di Dina G. è caratterizzata da un classicismo raffinato, un’anima pop e alcuni elementi glamour, equilibrati all’interno di una narrazione essenziale, arricchita di ironia cinismo e comicità. Nelle sue opere si intravede un richiamo estetico alla fotografia e al cinema del Nord Europa, alle serie televisive americane, al fumetto, alla letteratura e alla pittura europea. La tecnica che utilizza maggiormente è il tableau vivant in fotografia. Il processo che porta alla realizzazione di questa tipologia di opere può durare anche 2 anni: prevede l’allestimento di un set cinematografico, scatti fotografici con una Hasselblad medio formato (con obiettivo grandangolare) e una post-produzione accurata.

La serie “In the Dollhouse”, realizzata nel 2012, si compone di 10 scatti, che narrano la vita e la crisi di Barbie e Ken. Sul set, i due personaggi, interpretati da Regan Blake e Nate Campbell, adeguatamente truccati e sistemati in pose statiche, sono ritratti in momenti di vita quotidiana all’interno della loro idilliaca casa rosa. Ken è alla scoperta felice della sua vera identità; in parallelo, Barbie vive un momento di crisi interiore che porterà ad un triste finale: il taglio radicale della folta chioma di capelli biondi, la depressione, la perdita della testa di Barbie. La “bambola dalla vita vera” è utilizzata da Dina G. per stimolare il pensiero critico su standard di bellezza irraggiungibili e trappole identitarie innervate nella cultura popolare.

La mostra “In the Dollhouse” è allestita nelle sale di Estensioni Oltre.LoSpazio, uno spazio espositivo diretto da Giovanna Ambrogi, Daniela Borri, Selene Frosini, Stefanie Oberneder, 4 artiste contemporanee che vivono e lavorano a Carrara e intendono offrire ai cittadini e ai turisti internazionali che vivono la città l’opportunità di avvicinarsi all’arte contemporanea internazionale.

L’organizzazione della mostra è stata realizzata da Opus in Artem e Davide Ragazzi Art Studio Gallery. Opus in Artem è una piattaforma di informazione, consulenza, ricerca e mediazione nel settore culturale internazionale e rappresenta D.G. in Italia. Davide Ragazzi Art Studio Gallery è uno studio d’arte e galleria con sede a Genova (Italia).

 

Dina Goldstein - In the Dollhouse
Curatela e testo: Enza Di Vinci
Graphic Design: Davide Ragazzi
Exhibit Design: Enza Di Vinci
Organizzazione: Opus in Artem, Davide Ragazzi Art Studio Gallery, Estensioni Oltre.LoSpazio
Supporters: APS Oltre and Carrara Studi Aperti


Group Show RADICI at the Castello di Compiano, Parma, Italy

Opus in Artem presents the group show RADICI
Castello di Compiano, Parma, Italy

Curated by Bianca Maria Rizzi

Partecipating artists:
Luca Gastaldo, Mirsad Herenda, Mihailo Beli Karanovic, Tancredi Mangano, Karl Menzen, Francesco Orrù, Enzo Rovella

Opening December 28, 2019
The exhibition continues until 21 March 2020

The exhibition takes place at the Castle of Compiano among the rooms of the Marquise Gambarotta: the mixture of contemporary sculpture and painting and antique furnishings, paintings, screens, vases and old trimmings, paper wallpaper and coffered ceilings will be a very exciting journey.


Dina Goldstein - Group Show YES, WE KEN! at the Pasinger Fabrik, Munich, Germany

12 / 12 2019 - 19 / 01 2020

"Yes, we Ken!"

Pasinger Fabrik
Munich, Germany

Watch the show on münchen.tv


About Ken on contemporary art and society
Curators: Augusta Laar and Stefan-Maria Mittendorf

When Elliot and Barbara Handler invented Barbie's "boyfriend" for the Mattel company in 1961, he was modelled on the male ideal of the time, singer Neil Diamond. From then on, the well-dressed and somewhat stuffy Ken stood by Barbie's side as partner and inventor of her special household appliances. Ken and Barbie thus represented the American dream couple and advanced to become the plastic icons of Western culture. As a mirror of social developments, Ken became "Superstar Ken 1977" and "Earring Magic Ken 1993". The "Hipster Ken" with a fashionable man's bun no longer casts doubt on Ken's contemporaneity.
The exhibition focuses on the construction and transformation of the male image, exemplified by the legendary Ken doll and its reception in art and society. Not only will Augusta Laar's unique Ken collection of almost 100 dolls be presented, but the two curators have also invited international contemporary artists who have dealt intensively with the Ken doll by Mattel and who reflect on male identity and social change.

Participating artists
Dörthe Bäumer (Germany), Birthe Blauth (Germany), Stefan Stratil (Austria), Jana Cruder (USA), Dina Goldstein (Canada), Augusta Laar (Germany), Felix Müller (Germany), Olaf Probst (Germany), Sands Murray-Wassink (Netherlands), Rose Stach & Gisbert Stach (Germany) and Robert Weissenbacher (Germany).

 


Art Site Fest 2018 - Dina Goldstein at the Castello Cavour di Santena, Turin, Italy

13 / 10 – 25 / 11 – 2018

Opus in Artem presents Vancouver, Canada-based photographer Dina Goldstein at the 4th edition of the Art Site Fest 2018:  "Il Senso del Luogo" curated by Domenico Maria Papa. During the festival the series Fallen Princesses will be shown at the Castello Cavour di Santena.

Some of Piedmont's most beautiful historic residences are hosting Art Site Fest, a journey through the languages of the contemporary world, including photography, sculpture, painting, theatre and music.

The Reggia di Venaria, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Castello Cavour in Santena, Castello di Govone, the Egyptian Museum, Palazzo Madama, Palazzo Chiablese, Palazzo Biandrate and Casa Martini in Pessione are the venues that host works and images in dialogue with their historic surroundings. The languages of contemporaneity with Art Site Fest become the key to interpreting cultural heritage and making memory a reason for identity, more relevant than ever in the European Year of Cultural Heritage.

The project, curated by Domenico Maria Papa, in its fourth edition in 2018, involves artists from different countries with works often created specifically for the exhibition venues, or set for the chosen museum routes. 58 artists with over 160 works touch different disciplinary and professional fields, making borders and creative practices permeable.


Art Site Fest 2018 - Opus in Artem presents four artists at the Castello di Govone, Cuneo, Italy

21 / 09 – 25 / 11 – 2018

In occasion of the the 4th edition of the Art Site Fest 2018 – Il Senso del Luogo curated by Domenico Maria Papa, Opus in Artem presents selected works by Mirsad Herenda, Mihailo Beli Karanovic, Matthias Langer and Patricia Lambertus at the Castello di Govone.

Some of Piedmont's most beautiful historic residences are hosting Art Site Fest, a journey through the languages of the contemporary world, including photography, sculpture, painting, theatre and music.

The Reggia di Venaria, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Castello Cavour in Santena, Castello di Govone, the Egyptian Museum, Palazzo Madama, Palazzo Chiablese, Palazzo Biandrate and Casa Martini in Pessione are the venues that host works and images in dialogue with their historic surroundings. The languages of contemporaneity with Art Site Fest become the key to interpreting cultural heritage and making memory a reason for identity, more relevant than ever in the European Year of Cultural Heritage.

The project, curated by Domenico Maria Papa, in its fourth edition in 2018, involves artists from different countries with works often created specifically for the exhibition venues, or set for the chosen museum routes. 58 artists with over 160 works touch different disciplinary and professional fields, making borders and creative practices permeable.