Ludmila Kazinkina at the Castello di Bardi, Parma

Opus in Artem presenta in collaborazione con l´Associazione Serpaglio Lichtenberg di Bedonia e in occasione della terza edizione del Festival Arte Kunst Val Taro Val Ceno 2023

la mostra personale
FRAGILITÀ DAI CAPELLI D’ARGENTO
di LUDMILA KAZINKINA
al CASTELLO DI BARDI

Inaugurazione 16 settembre 2023, ore 17.30
Fino al 5 novembre 2023

Testo di Bianca Maria Rizzi

Elemento fondamentale nella pittura di Kazinkina è la presenza femminile: un mondo a parte in un tempo misterioso e sospeso. Viene ricercata un’armonia formale e di contenuti. Le donne di Ludmila hanno fisionomie distinte, in luoghi semplici e disadorni, per lo più all’aperto: sono fiabesche, pallide apparizioni in una specie di fermo immagine, in un momento sospeso che rende immortale la visione riflessa di un attimo.
Una mano invisibile solleva il velo che ricopre la natura…e le atmosfere rarefatte di questo grigio, talvolta incombente, talvolta etereo, mi rammentano i lavori di Utagawa Hiroshiga.

Talvolta, degli animali o più raramente degli oggetti sono coinvolti nella vita del prototipo di donna di Ludmila: e queste hanno quell’ovale delle donne russe o ucraine, con i capelli raccolti in uno chignon ed i lineamenti piccoli e delicati.
Per gli animali esistono delle simbologie, ma già dalla radice del sostantivo si può capire dove io voglia andare a parare: arrivare all’animo.

Particolarmente gli uccelli abbondano sulle tele di Ludmila e sono simbolo di libertà, di ritorno alle origini e del recupero delle radici dello spirito. Sì, perché, se Ludmila ha una caratteristica molto definita, è proprio quella di emanare spiritualità sia dal suo essere che dalle sue tele. Ed ella ha una straordinaria passione per l’aria aperta e per la natura! In natura vive una energia nascosta che l’Artista è riuscita a far prigioniera attraverso il palpitare dei suoi paesaggi appartati ed immemori.

Niente di più anonimo e, al tempo medesimo, incantato: un manifesto della poetica e della grazia.
I suoi quadri si apparentano alle atmosfere dei grandi romanzieri russi ed inducono lo spettatore a focalizzare la propria attenzione sui dettagli in primo piano nelle mani delle fanciulle.

Kazinkina è artista nel senso più profondo, è immersa nel proprio fare fino ai capelli “fragili” e solleva nel fruitore delle inquietudini.
La donna è assorta nei suoi pensieri e pare disinteressata alla presenza o meno degli spettatori quasi in un gesto di sfida. Questo è quello che si percepisce dalle tele più datate di Ludmila, intendo quelle con le ragazze dalle grandi teste del 2012 o 2013. Che sono quasi monocrome.

La materia plastica si modella sul volto ieratico e distante di questo angelo venuto da chissà quale cielo, come quello di una icona su fondo oro del 1300 di un grande come l’Orcagna che operò nella Firenze medioevale.
La figura femminile è sofisticata, nervosa e vibrante; il suo sguardo è penetrante ed enigmatico, gli occhi liquidi e la bocca socchiusa. Essa è libera di pensare e coltivare le sue fantasie, fino ad esserne preda.

Nei quadri di una decina d’anni fa le fronti sono ampie e spaziose e mi ricordano le parole di Edgar Allan Poe: “non vi ha squisita bellezza senza un che di strano nelle proporzioni”.
Potrebbe essere che Kazinkina dipinga per esorcizzare la paura ed il male. E, d’altro canto, per enfatizzare il bene. La paura di vivere, la paura di un’umanità alla deriva, maneggiata da poche mani intrise di un abietto, nefando potere. E poi, invece, quella magnifica fanciulla protetta dal lupo che addolcisce il creato con la sua presenza e guarisce l’umanità dalle proprie tristezze. Uno degli ultimi capolavori.

La ragazza che brandisce il bastone nel quadro Senza titolo, inedito dell’autrice, ha in volto un’espressione di volontà di operare contro la distruzione della foresta.
Anche se i tronchi tagliati non sono possenti, io mi immagino che siano di quercia. La quercia è il simbolo della forza e della virtù incorruttibile, e la minuta ragazza con il suo bastone incita alla battaglia. Un accenno meraviglioso di vita che continua è il fragile ramoscello che spunta dal tronco.: un campo magnetico che tutto attira a sé.

Il taglio inconsueto della figura impaurita ed accartocciata che grida dalla tela Salvami! è un altro tipo di linguaggio del lavoro di Kazinkina. Le figure sono criptiche, ci nascondono qualcosa. Come dice Charles Morice, poeta e saggista francese, su Gauguin: “Vedere il mondo sensibile come un immenso enigma la cui soluzione è in noi, soluzione multipla, soluzione variegata come multipla e variegata è l’essenza degli uomini”.

Artista pura, caratterizzata da un candore folle ed innocente, la pittura di Kazinkina riflette la confusione di valori degli ultimi tempi.
Una serie significativa di suoi dipinti evoca un silenzio assoluto ed assordante.
Alla pittrice è impossibile negare le proprie necessità interiori, e così essa obbedisce alla visione e alla forma che ha nella mente.
Trascende il reale ed il quotidiano attraverso un’operazione immaginaria e fantasiosa. E però, l’espressione dell’animo umano resta al centro del lavoro della pittrice russa.

Dice Leone Tolstoj: “È cosa meravigliosa questa illusione che abbiamo che la bellezza sia anche bontà. A mio parere può esserlo, ma raramente!
E la ragazza con un’espressione ferina e con la rosa nera in mano sembra che ci dica, citando Nikolaj Gogol in Taras Bulba: “C’è ancora polvere da sparo nelle scatole!”

Ma com’è posta la luce?
Come dice il poeta giapponese Ryōkan Taigu, monaco buddista, in una sua poesia:

In un fiocco di neve
che presto si scioglie
c’ è tutto l’universo
da tutto l’universo scende un fiocco di neve.