Opus in Artem In Itinere II << Nel Segno della Modernità >>
Opus in Artem – In Itinere II
Il segno della modernità
Participating artists: Carlo Caldara, Fabio Iemmi, Mikos Meininger, Karl Menzen, Enzo Rovella, Raymundo Sesma
The exhibition is the second edition of the Opus in Artem in Itinere exhibition project conceived by Bianca Maria Rizzi and Matthias Ritter. While the first edition took up the artworks produced by the artists participating in the first edition of the Festival Arte Kunst Val Taro last summer, this exhibition is dedicated to abstract and informal art.
The objective that both exhibitions have in common is to offer the citizens and visitors of the Val Taro works by internationally renowned artists.
Opening: Saturday, 11/12 2021 at 11 a.m.
Via Garibaldi, 20 – 43041 Bedonia (PR), Italy
Opening times: Tue, Wed, Fri, Sat, Sun 10 a.m. – 12 p.m. / 4 p.m. – 6 p.m.
The exhibition continues until 14 January 2022.
—
ITALIAN VERSION
Opus in Artem – In Itinere II
Il segno della modernità
Artisti partecipanti: Carlo Caldara (IT), Fabio Iemmi (IT), Mikos Meininger (GER), Karl Menzen (GER), Enzo Rovella (IT), Raymundo Sesma (MX)
Vernissage: sabato, 11 dicembre 2021 alle ore 11
Luogo: Via Garibaldi, 20 – 43041 Bedonia (PR)
Orari: mar, mer, ven, sab, dom 10–12 / 16-18
Durata: La mostra prosegue fino al 14 gennaio 2022
La mostra
L’esposizione è la seconda edizione del progetto espositivo “Opus in Artem in Itinere” ideato dalla coppia italo-tedesca Bianca Maria Rizzi e Matthias Ritter, galleristi, per lungo tempo a Milano.
Mentre la prima edizione raccoglieva le opere d’arte prodotte dagli artisti partecipanti alla prima edizione del Festival Arte Kunst Val Taro 2021 della scorsa estate, questa mostra è dedicata all’arte informale.
L’obbiettivo
L’obbiettivo che entrambe le mostre hanno in comune è di offrire ai cittadini e ai visitatori della Val Taro opere di artisti internazionalmente affermati. Alla mostra sono stati invitati tre artisti italiani (Carlo Caldara di Vigevano, Fabio Iemmi di Reggio Emilia e Enzo Rovella di Catania), due artisti tedeschi (Mikos Meininger di Potsdam e Karl Menzen di Berlino) e Raymundo Sesma di Città del Messico.
Gli artisti
Carlo Caldara nasce a Milano nel 1965, vive e lavora a Vigevano. Si laurea in medicina e contemporaneamente frequenta la Scuola di Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Dopo una prima fase artistica figurativa, oggi la sua arte ha più un approccio esistenziale riguardante l’identità dell’uomo nel mondo che esprime con opere informali ed installazioni con materiali vari, come carbone, pietre, lettere e luci a LED.
Le opera “The 80s, The needle and the setting suns”, di Caldara è realizzata in legno, alluminio, bende, colori acrilici e neon a led ed è ispirata dalla canzone “The needle and the damage done” di Neil Young. Nella canzone dell’album “Harvest” del 1972, Young canta le parole: “Every junkie’s like a settin’ sun” (ogni tossico è come un sole al tramonto). Gli anni 80, per Caldara erano il periodo della sua gioventù, bella ed allegra, anni favolosi, dell’ottimismo e della crescita economica. L’altro lato di questo periodo apparentemente spensierato, tuttavia, era che l’eroina divenne parte della società. In quel periodo molti giovani, tra i quali anche alcuni amici sia di Caldara che di Neil Young, si perdevano tra le braccia dell’eroina.
La ricerca artistica di Fabio Iemmi affonda le proprie radici nella funzione estetica della materia. Multidisciplinare e interdisciplinare, Iemmi è attivo nella direzione tecnica e artistica, nell’ambito del restauro architettonico, nella progettazione di apparati di finitura e di opere ambientate nell’architettura contemporanea. Per Iemmi la relazione tra le sue opere e l’ambiente in cui si trovano è fondamentale. Il fruitore entra nell’universo pittorico dell’artista. Le sue ricerche si dipanano attraverso attività espositive, scenografiche, progettazioni anche in ambito internazionale. Di particolare rilievo la consulenza realizzata presso il Museo della Storia dello Shaanxi e il Mausoleo Han Yang Ling di Xi’an in Cina.
Mikos Meininger, artista multidisciplinare, è nato nel 1963 a Jena, nella Germania dell’Est. Ha vissuto come giovane artista le repressioni del regime della DDR contro la cultura e la creatività, contro la mente libera e certi pensieri e filosofie non desiderate. In questo tempo Meininger faceva parte della “Künstlergruppe Herzattacke” che produceva, nella resistenza intellettuale segreta, libri d’arte con testi proibiti, spesso di filosofi francesi, che entravano nella Germania dell’Est attraverso taxisti contrabbandieri al confine tra Berlino est ed ovest. Le tirature di questi libri erano limitate a 99 pezzi perché la censura statale aveva effetto solo a partire da una tiratura superiore a 100. Ogni pagina di ciascun libro di questa tiratura era una serigrafia.
Questi libri oggi sono molto famosi e considerati come oggetti di storia contemporanea. Sono presenti in numerose collezioni museali, tra l’altro anche in quella del MoMA a New York. Tante delle opere di Meininger esposte in questa mostra sono serigrafie e rappresentano così i tempi che l’artista ha vissuto nei suoi anni più giovani.
Una visione asciutta, ieratica ma intensamente espressiva della forma e della sua progenie, quella dello scultore tedesco Karl Menzen. Diagonali luminose da cui affiorano altre poche linee fortemente evocative. È fermo e definito nella sua scultura di una bellezza assoluta e, per alcuni versi, glaciale. Scultura teutonica di somma astrazione e grande naturalezza delle forme.
Enzo Rovella – La sintesi delle forme, quasi cellulari, è l’esito di una associazione dialettica. Fa dell’arte l’effetto di una causa dandole una struttura che è quasi logica, e ritmica ed infine anche creativa. È un turbine irripetibile di cellule quello che si materializza ai nostri occhi: un attento studio raffinato, metodico e senza fine di natura “illusionistica” che ha un effetto quasi ipnotico… Intreccia il colloquio di sguardi tra lo spettatore e l’immagine iconografica in una efficace tessitura luminosa e cromatica.
Raymundo Sesma, artista informale del Messico. Sesma lavora con delle forme geometriche che nascono, attraverso un software, da testi ed aforismi sull’architettura. Sesma è famoso in tutto il mondo per la sua arte urbana e per i suoi “Campos expandidos” nei quali applica le sue creazioni direttamente alle architetture, a volte anche di grandi dimensioni, spesso con lo scopo di riqualificare zone urbane dismesse.
Le opere della serie Noción Transversal, esposte a Bedonia, si riferiscono a disegni costruiti in termini di struttura e linguaggio.
“Il disegno non pensa e, non appena si manifesta, si appropria della superficie che tocca, che a sua volta annuncia l’evoluzione di una reazione spaziale come causa ed effetto”, dice Sesma. Perché vive solo del presente assoluto. Senza restrizioni, perché e spontaneo e anarchico per-natura, si esprime su una superficie bidimensionale percepita e controllata per esplorare lo spazio esterno senza restrizioni.
Dalla forma all’oggetto, dal concetto alla prassi; dall’oggetto al corpo sociale come evento: il disegno come medium rappresenta il dispositivo base ed essenziale del mio progetto critico e decostruttivo.
Non posso scrivere senza immagini, affermava Paul Virilio, e questa esigenza non si riferisce alle immagini come forme descrittive, ma come concetti, cioè come immagini mentali.